Le Tour de Force: da dove come quando
Siamo nati una mattina di Giugno.
La nostra mente ancora in fase dormiveglia da Giro del centenario.
Una scatoletta di sottaceti, isolata dal mondo.
Sul tappo il bel faccione sorridente di Tom Dumoulin.
All'interno del tappo, il suo arresto intestinale ai piedi dell'UmbrailPass.
Dentro galleggianti noi e il nostro arresto cardiaco.
Uno alla volta riaffiorano in superficie i blocchetti colorati, o meno, del Lego chiamato Vita.
Brrrlrl la morosa!
Brrrlrl il lavoro!
Brrrlrl mangia Stefano!
Brrlrrl allenati Simone!
Eh? Ah, il Viaggio!!!
Così quella mattina di Giugno, usciamo dalla catalessi.
Siamo a Montisola. Mancano due sole settimane alla partenza da Torino.
Due fogli a righe da un blocchetto da chissà quale ufficio amministrativo e una biro.
Uscire da quel mese tinto di rosa e riaprire gli occhi al mondo, ci dilata ogni senso.
Siamo vivi.
Stiamo per partire per il nostro primo Tour de Force.
L'entusiasmo prevale.
Forse troppo.
Colle Delle Finestre, Sestriere, Monginevro, Col du Lautaret, Galibier, Alpe d'Huez.
Acchiappamo tutto ciò che ha il profilo appuntito e che trasuda miracoli, in un raggio di 50 km dalla rotta maestra.
Manca qualcosa.
Allarghiamo il retino di qualche km, preso!
Mont Ventoux.
Così su un foglio sgangherato nasce l'altimetria del nostro primo viaggio insieme, 12.000 mt di dislivello, così nasce il nostro Logo, altimetria e cardiogramma.
Nel mentre sull'altro foglio, rubriche su rubriche, per riempire la nostra pagina, nei giorni di avvicinamento al viaggio. Dicevano.
#LaGrandBourle, #Soprannomiadueruote, #Cuoreapedali, #..
Stefano, ci siamo!
Vai a preparare la canoa, ti raggiungo subito.
Sprofondo tra i cuscini freddi del divano.
Faremo il Galibier..IL GALIBIER..
Sono talmente vivo, che sento l'onda del lago provocata dall'ennesimo traghetto di turisti.
Socchiudo gli occhi e scrivo.
Stefano rientra a prendere le chiavi per liberare la canoa.
Gli leggo quello che sarà il primo scatto di parole della pagina.
QUELLA È UN'ALTRA STORIA.
Stefano piange.
P.s. (Paolo Savoldelli): ok lo ammetto, l'ultima frase non è proprio vera, su dai il toro di Bratto, alto 1,97, quasi 100 kg..diciamo che si è commosso.
A VOI!
La nostra mente ancora in fase dormiveglia da Giro del centenario.
Una scatoletta di sottaceti, isolata dal mondo.
Sul tappo il bel faccione sorridente di Tom Dumoulin.
All'interno del tappo, il suo arresto intestinale ai piedi dell'UmbrailPass.
Dentro galleggianti noi e il nostro arresto cardiaco.
Uno alla volta riaffiorano in superficie i blocchetti colorati, o meno, del Lego chiamato Vita.
Brrrlrl la morosa!
Brrrlrl il lavoro!
Brrrlrl mangia Stefano!
Brrlrrl allenati Simone!
Eh? Ah, il Viaggio!!!
Così quella mattina di Giugno, usciamo dalla catalessi.
Siamo a Montisola. Mancano due sole settimane alla partenza da Torino.
Due fogli a righe da un blocchetto da chissà quale ufficio amministrativo e una biro.
Uscire da quel mese tinto di rosa e riaprire gli occhi al mondo, ci dilata ogni senso.
Siamo vivi.
Stiamo per partire per il nostro primo Tour de Force.
L'entusiasmo prevale.
Forse troppo.
Colle Delle Finestre, Sestriere, Monginevro, Col du Lautaret, Galibier, Alpe d'Huez.
Acchiappamo tutto ciò che ha il profilo appuntito e che trasuda miracoli, in un raggio di 50 km dalla rotta maestra.
Manca qualcosa.
Allarghiamo il retino di qualche km, preso!
Mont Ventoux.
Così su un foglio sgangherato nasce l'altimetria del nostro primo viaggio insieme, 12.000 mt di dislivello, così nasce il nostro Logo, altimetria e cardiogramma.
Nel mentre sull'altro foglio, rubriche su rubriche, per riempire la nostra pagina, nei giorni di avvicinamento al viaggio. Dicevano.
#LaGrandBourle, #Soprannomiadueruote, #Cuoreapedali, #..
Stefano, ci siamo!
Vai a preparare la canoa, ti raggiungo subito.
Sprofondo tra i cuscini freddi del divano.
Faremo il Galibier..IL GALIBIER..
Sono talmente vivo, che sento l'onda del lago provocata dall'ennesimo traghetto di turisti.
Socchiudo gli occhi e scrivo.
Stefano rientra a prendere le chiavi per liberare la canoa.
Gli leggo quello che sarà il primo scatto di parole della pagina.
QUELLA È UN'ALTRA STORIA.
Stefano piange.
P.s. (Paolo Savoldelli): ok lo ammetto, l'ultima frase non è proprio vera, su dai il toro di Bratto, alto 1,97, quasi 100 kg..diciamo che si è commosso.
A VOI!
CHI "PEDALA"