All you've got to do is decide to go and the hardest part is over
Ci siamo. 🇮🇹🚴🦅🌊🍕🍷
Abbandonato il lavoro come una trottola, si inizia a girare su se stessi.
In una stanza tre metri per tre, a cercare il calzino ribelle, il cappellino @rapha scomparso, la sacca da mesi in naftalina.
Il percorso è impresso in testa.
Come si dice, le cose vicine le gode di più il turista?! In effetti..
Massì tanto è lì..
Spagna, Irlanda, Lapponia, Croazia, Islanda, Francia & Co.
Tutte viaggiate in bici.
L'Italia invece, la mia Italia, sempre snobbata.
Tanto è lì.
Stavolta però cara Italia, il Ferragosto lo passeremo insieme.In bicicletta
Dal mare amato dal Pirata, tra piadine e granelli di sabbia dorata al mare dal profumo più selvaggio di sarde impanate.
Passando per il Muro di Filottrano.
Un saluto dovuto all'Aquila che son sicuro sorriderà.
Sorriderà a vedermi crogiolare al sole come un suo amato arrosticino.
I due mari però mi faranno sbollentare i muscoli.
I muscoli, ma non lo spirito.
Lo spirito dovrà restare caldo e vigile, nell'entroterra del misterioso Molise.
Esisterà?! O scompariró in una terza dimensione?! O forse mi troverò teletrasportato direttamente da @antoninochef
E antoní piano con le tue pacche, che avrò le spalle scottate.
Finalmente cara mia Italia, partiremo insieme.
Ti farò il solletico rotolando e anche annaspando sulla tua spina longeva e ricurva.
Ma come la Ginestra di Giacomino Leopardi, farò dell'arsura lo stimolo per accelerare e trovare sollievo nel vento in faccia.
E mirando da lontano il Paese nativo del Poeta malinconico penserò a mio papà che proprio su queste strade mi faceva scoprire l'amore per le due ruote.
Quello dolce di un bambino col ciuffo biondo che sta nel seggiolino.
Non questa settimana.
Questa settimana si fatica, ma lo faremo insieme cara mia Italia.
E con questo sole, vedremo anche la Madonna, a Loreto, e pure Padre Pio, a Pietralcina.
Poi però, se arrivo, ti offro la Pizza con la P maiuscola.
La P di Pirata, la P di PARTIAMOOOOOOO
Abbandonato il lavoro come una trottola, si inizia a girare su se stessi.
In una stanza tre metri per tre, a cercare il calzino ribelle, il cappellino @rapha scomparso, la sacca da mesi in naftalina.
Il percorso è impresso in testa.
Come si dice, le cose vicine le gode di più il turista?! In effetti..
Massì tanto è lì..
Spagna, Irlanda, Lapponia, Croazia, Islanda, Francia & Co.
Tutte viaggiate in bici.
L'Italia invece, la mia Italia, sempre snobbata.
Tanto è lì.
Stavolta però cara Italia, il Ferragosto lo passeremo insieme.In bicicletta
Dal mare amato dal Pirata, tra piadine e granelli di sabbia dorata al mare dal profumo più selvaggio di sarde impanate.
Passando per il Muro di Filottrano.
Un saluto dovuto all'Aquila che son sicuro sorriderà.
Sorriderà a vedermi crogiolare al sole come un suo amato arrosticino.
I due mari però mi faranno sbollentare i muscoli.
I muscoli, ma non lo spirito.
Lo spirito dovrà restare caldo e vigile, nell'entroterra del misterioso Molise.
Esisterà?! O scompariró in una terza dimensione?! O forse mi troverò teletrasportato direttamente da @antoninochef
E antoní piano con le tue pacche, che avrò le spalle scottate.
Finalmente cara mia Italia, partiremo insieme.
Ti farò il solletico rotolando e anche annaspando sulla tua spina longeva e ricurva.
Ma come la Ginestra di Giacomino Leopardi, farò dell'arsura lo stimolo per accelerare e trovare sollievo nel vento in faccia.
E mirando da lontano il Paese nativo del Poeta malinconico penserò a mio papà che proprio su queste strade mi faceva scoprire l'amore per le due ruote.
Quello dolce di un bambino col ciuffo biondo che sta nel seggiolino.
Non questa settimana.
Questa settimana si fatica, ma lo faremo insieme cara mia Italia.
E con questo sole, vedremo anche la Madonna, a Loreto, e pure Padre Pio, a Pietralcina.
Poi però, se arrivo, ti offro la Pizza con la P maiuscola.
La P di Pirata, la P di PARTIAMOOOOOOO
Vi scrivo mentre aspetto un piatto gigantesco di coniglio in porchetta (me lo ha garantito la simpatica signora della trattoria).
Se pareggiano i ravioloni al tartufo, mamma mia.
E intanto rinfresco le labbra assolate con un bel vino della casa.
Qui vicino producono la Lacrima di Morro d'Alba.
Ah e a proposito di Alba.
Stasera dalle cinque, appena abbandonata la costa, mi è sembrato di essere nelle Langhe.
Sarà stato il caldo?
O la mia scarsa conoscenza di queste Marche meravigliose?!
Ma andiamo con ordine.
Questo piccolo Le Tour de Force di ferragosto è stato pensato "organizzato" e garantito in circa un'ora Sabato scorso.
Eppure, sembra ci sia dietro un team svizzero.
Pazzesco, tutto fila liscio come l'olio di Cartoceto.
Scendo dal treno a Cesenatico, fermo subito un signore per chiedergli dove sia Spazio PANTANI.
Non glielo chiedo, il pirata in maglia gialla è sopra la sua testa.
Cerco di raggiungere subito la costa, mille stradine conducono ai centordici milioni di bagni ombrellone beach-volley e canoa arancione.
Ne scelgo una a caso.
Il Pirata svetta su un blocco di arenaria.
Rivolge la schiena al suo amato mare.
Già in piedi sui pedali per raggiungere i colli e ammirarlo dall'alto.
Lo farò anche io.
Nel parco del monte San Bartolo, non appena abbandono il tran tran di turisti con la borsa mare a tracolla.
E la scelta è perfetta.
All'ombra, sali-scendi tortuoso e divertente con panorami sublimi.
Sì Marco, avevi ragione tu.
Guarda che vista da Casteldimezzo.
Sceso in picchiata a Pesaro, combatto il caldo esaurendo ogni borraccia segreta, bevendo e innaffiandomi.
Appena terminata l'ultima goccia, sono alla spiaggia libera di Senigallia.
Acqua salata tiepida e acqua dolce freschissima delle docce.
Fingo di essere un turista comune e mi infilo in una gelateria.
Niente da fare, non riesco a mimetizzarmi con l'italiano medio.
Sarà il cappellino a visiera corta, il segno già evidente dell'abbronzatura ciclistica o forse il sudore grondante.
Ci pensa un gelatone a rincuorarmi. E anche il gelataio: tranquillo per Iesi son 30 km ma tutti tutti piatti.
Tutti tutti piatti?
E siamo ritornati alle Langhe, quindi immaginatevi che volate!
Incontro e supero perfino un tratto, breve, al 17 %, ma sono aiutato da una serenità immensa.
Ho sempre avuto un debole per le distese infinite di campi coltivati, ma qua sono idialliaci.
Il Gladiatore ai Campi Elisi.
Ma molto più colorati.
Una coperta rattoppata dalla nonna Marchigiana.
Un po' di girasoli qui, vigneti lì, terra mossa la e in fondo ai piedi, il mare Adriatico.
Con pure qualche trattore che ancora sbuffa e solleva respironi di terra.
Ah e appena finisco di nuovo la scorta d'acqua spunta un punto acqua.
Apro il protafoglio, 15 centesimi in moneta.
Cavolo.. E invece riempio ogni cosa cava che mi ritrovo, mi sciacquo la fronte con l'acqua gasata e pure i polpacci.
Insomma le Marche non potevano accogliermi meglio.
Anche la vista su Iesi, le sue mura e il suo torrione sono da librone d'arte sullo scaffale in salotto.
Sarà che le Marche sanno quale è la mia prima meta domani.
Oggi partire dal Pirata ha portato bene.
Oltre ad avermi dato un motivo in più per pedalare sorridendo.
In fondo mi ha semplicemente ricordato perché amo follemente viaggiare in bicicletta, salire sui colli e ammirare il mare.
Oggi, il mare del Pirata.
Se pareggiano i ravioloni al tartufo, mamma mia.
E intanto rinfresco le labbra assolate con un bel vino della casa.
Qui vicino producono la Lacrima di Morro d'Alba.
Ah e a proposito di Alba.
Stasera dalle cinque, appena abbandonata la costa, mi è sembrato di essere nelle Langhe.
Sarà stato il caldo?
O la mia scarsa conoscenza di queste Marche meravigliose?!
Ma andiamo con ordine.
Questo piccolo Le Tour de Force di ferragosto è stato pensato "organizzato" e garantito in circa un'ora Sabato scorso.
Eppure, sembra ci sia dietro un team svizzero.
Pazzesco, tutto fila liscio come l'olio di Cartoceto.
Scendo dal treno a Cesenatico, fermo subito un signore per chiedergli dove sia Spazio PANTANI.
Non glielo chiedo, il pirata in maglia gialla è sopra la sua testa.
Cerco di raggiungere subito la costa, mille stradine conducono ai centordici milioni di bagni ombrellone beach-volley e canoa arancione.
Ne scelgo una a caso.
Il Pirata svetta su un blocco di arenaria.
Rivolge la schiena al suo amato mare.
Già in piedi sui pedali per raggiungere i colli e ammirarlo dall'alto.
Lo farò anche io.
Nel parco del monte San Bartolo, non appena abbandono il tran tran di turisti con la borsa mare a tracolla.
E la scelta è perfetta.
All'ombra, sali-scendi tortuoso e divertente con panorami sublimi.
Sì Marco, avevi ragione tu.
Guarda che vista da Casteldimezzo.
Sceso in picchiata a Pesaro, combatto il caldo esaurendo ogni borraccia segreta, bevendo e innaffiandomi.
Appena terminata l'ultima goccia, sono alla spiaggia libera di Senigallia.
Acqua salata tiepida e acqua dolce freschissima delle docce.
Fingo di essere un turista comune e mi infilo in una gelateria.
Niente da fare, non riesco a mimetizzarmi con l'italiano medio.
Sarà il cappellino a visiera corta, il segno già evidente dell'abbronzatura ciclistica o forse il sudore grondante.
Ci pensa un gelatone a rincuorarmi. E anche il gelataio: tranquillo per Iesi son 30 km ma tutti tutti piatti.
Tutti tutti piatti?
E siamo ritornati alle Langhe, quindi immaginatevi che volate!
Incontro e supero perfino un tratto, breve, al 17 %, ma sono aiutato da una serenità immensa.
Ho sempre avuto un debole per le distese infinite di campi coltivati, ma qua sono idialliaci.
Il Gladiatore ai Campi Elisi.
Ma molto più colorati.
Una coperta rattoppata dalla nonna Marchigiana.
Un po' di girasoli qui, vigneti lì, terra mossa la e in fondo ai piedi, il mare Adriatico.
Con pure qualche trattore che ancora sbuffa e solleva respironi di terra.
Ah e appena finisco di nuovo la scorta d'acqua spunta un punto acqua.
Apro il protafoglio, 15 centesimi in moneta.
Cavolo.. E invece riempio ogni cosa cava che mi ritrovo, mi sciacquo la fronte con l'acqua gasata e pure i polpacci.
Insomma le Marche non potevano accogliermi meglio.
Anche la vista su Iesi, le sue mura e il suo torrione sono da librone d'arte sullo scaffale in salotto.
Sarà che le Marche sanno quale è la mia prima meta domani.
Oggi partire dal Pirata ha portato bene.
Oltre ad avermi dato un motivo in più per pedalare sorridendo.
In fondo mi ha semplicemente ricordato perché amo follemente viaggiare in bicicletta, salire sui colli e ammirare il mare.
Oggi, il mare del Pirata.
#DALLAPIADALLAPIZZA TAPPA II 175 km 1116 up !
P.s. IMMENSO MATTEO TRENTIN 💪💪💪
Ieri vi ho raccontato iniziando dal cibo.
Ora devo uscire dalla fase REM, scendere le scale e ordinare una ventina di arrosticini.
Anzi, scusate se ci saranno errori grammaticali, ma chi rilegge stasera?! Ho una fame abnorme!
Il fisico invece ora sta bene.
L'ho trallazzato con tre ore di sano mare, con una bella birra fresca insieme ai simpaticissimi amici Pescaresi di Quelli del Delfino !
Nella stessa spiaggia, pure il Killer di Spoltore Danilo Di Luca.
Oggi è stato probabilmente il tappone di questo mini Tour de Force.
Alle sei sono già in divisa, cubicolo "fatto", bici carica e si sveglia tutto il B&B con le tacchette sulle ripide scale di marmo.
Avranno pensato a una ragazza al rientro dal Sabato sera, con trampoli ai piedi.
Da cosa scappi così presto?
Ovvio, dal caldo.
Stanotte al cospetto del torrione di Iesi ho anche dormito al fresco, ma so cosa mi aspetta.
Climaticamente parlando.
Ciclisticamente non ancora.
Infatti i primi 40 km sono davvero duri.
L'ascesa a Filottrano è regolare, prevista e motivante.
Ma dai, dopo Filottrano sarà tutta discesa fino al mare.
In effetti lo è, sulla carta.
Sulla strada, un colle tira l'altro.
Guardi il campanile arroccato di Montefano.
È vicinissimo, quasi a portata di braccio.
Ma in mezzo una voragine, per raggiungerlo una rata impressionante.
Pensi, dai da Montefano sarà tutta discesa.
E poi la storia si ripete e si ripete ancora.
Un colle dopo l'altro, un muro dopo l'altro, fino all'ultimo di Recanati.
"E il naufragar m'é dolce in questo mare"
A Giacominooo, a trovarlo questo mare!
Eppure si pedala al fresco e tra paesaggi splendidi.
Saluto le miriadi di girasoli aperti al mio passaggio e ripenso a Filottrano.
L'Aquila ha lasciato un sorriso in ogni ciclista.
Lo testimoniano i messaggi lasciati da Italiani, Russi, ragazzini in quel dannato incrocio proprio all'ingresso della Cittadina.
Mentre bevo il caffè, accompagnato da 5 mini brioche (che gusti vuoi? Tutti tranne la vuota!) osservo una scena che dice tutto senza bisogno di spiegazioni ulteriori.
Un ciclista in carne, divisa Astana, doma la salita all'antica Chiesa.
Seduto al mio tavolino, non mi vede.
Non vede nessuno.
Riprende fiato un secondo, ma le guance rimangono paonazze.
Uno sguardo al cielo, il segno della croce, due parole mute e gira la bici, in picchiata.
Le parole mute son sicuro fossero CIAO MICHELE.
Come ne son sicuro? Perché sono le stesse che ho pronunciato io cinque minuti dopo.
Ecco mi son dilungato troppo, ora mi tuffo di testa nella fornacella, artefice magica dal sapore di castrato.
Troverò anche le bombette a cacio e ova?
Lo spero.
Domani mare e trabocchi fino a Vasto, ultimo bagnetto e si entra alla ricerca del Molise sperduto.
Chi dice esista, chi dice sia una leggenda metropolitana.
Una cosa è certa.
Qui tutti mi sconsigliano di andarci, ma io ci provo lo stesso.
Se esiste davvero ci sentiamo domani sera!!!
P.s. IMMENSO MATTEO TRENTIN 💪💪💪
Ieri vi ho raccontato iniziando dal cibo.
Ora devo uscire dalla fase REM, scendere le scale e ordinare una ventina di arrosticini.
Anzi, scusate se ci saranno errori grammaticali, ma chi rilegge stasera?! Ho una fame abnorme!
Il fisico invece ora sta bene.
L'ho trallazzato con tre ore di sano mare, con una bella birra fresca insieme ai simpaticissimi amici Pescaresi di Quelli del Delfino !
Nella stessa spiaggia, pure il Killer di Spoltore Danilo Di Luca.
Oggi è stato probabilmente il tappone di questo mini Tour de Force.
Alle sei sono già in divisa, cubicolo "fatto", bici carica e si sveglia tutto il B&B con le tacchette sulle ripide scale di marmo.
Avranno pensato a una ragazza al rientro dal Sabato sera, con trampoli ai piedi.
Da cosa scappi così presto?
Ovvio, dal caldo.
Stanotte al cospetto del torrione di Iesi ho anche dormito al fresco, ma so cosa mi aspetta.
Climaticamente parlando.
Ciclisticamente non ancora.
Infatti i primi 40 km sono davvero duri.
L'ascesa a Filottrano è regolare, prevista e motivante.
Ma dai, dopo Filottrano sarà tutta discesa fino al mare.
In effetti lo è, sulla carta.
Sulla strada, un colle tira l'altro.
Guardi il campanile arroccato di Montefano.
È vicinissimo, quasi a portata di braccio.
Ma in mezzo una voragine, per raggiungerlo una rata impressionante.
Pensi, dai da Montefano sarà tutta discesa.
E poi la storia si ripete e si ripete ancora.
Un colle dopo l'altro, un muro dopo l'altro, fino all'ultimo di Recanati.
"E il naufragar m'é dolce in questo mare"
A Giacominooo, a trovarlo questo mare!
Eppure si pedala al fresco e tra paesaggi splendidi.
Saluto le miriadi di girasoli aperti al mio passaggio e ripenso a Filottrano.
L'Aquila ha lasciato un sorriso in ogni ciclista.
Lo testimoniano i messaggi lasciati da Italiani, Russi, ragazzini in quel dannato incrocio proprio all'ingresso della Cittadina.
Mentre bevo il caffè, accompagnato da 5 mini brioche (che gusti vuoi? Tutti tranne la vuota!) osservo una scena che dice tutto senza bisogno di spiegazioni ulteriori.
Un ciclista in carne, divisa Astana, doma la salita all'antica Chiesa.
Seduto al mio tavolino, non mi vede.
Non vede nessuno.
Riprende fiato un secondo, ma le guance rimangono paonazze.
Uno sguardo al cielo, il segno della croce, due parole mute e gira la bici, in picchiata.
Le parole mute son sicuro fossero CIAO MICHELE.
Come ne son sicuro? Perché sono le stesse che ho pronunciato io cinque minuti dopo.
Ecco mi son dilungato troppo, ora mi tuffo di testa nella fornacella, artefice magica dal sapore di castrato.
Troverò anche le bombette a cacio e ova?
Lo spero.
Domani mare e trabocchi fino a Vasto, ultimo bagnetto e si entra alla ricerca del Molise sperduto.
Chi dice esista, chi dice sia una leggenda metropolitana.
Una cosa è certa.
Qui tutti mi sconsigliano di andarci, ma io ci provo lo stesso.
Se esiste davvero ci sentiamo domani sera!!!
TAPPA III #DALLAPIADALLAPIZZA
167 km 2080 mt up
Udite udite il MOLISE esiste!
Anche se non ho visto nessun cartello.
E devo ammetterlo, probabilmente si è un po' offeso degli sfottò perché me l'ha fatta pagare carissima.
Solita sveglia da militare.
Stavolta son ben tre i piani da scendere con le tacchette.
Altro che B&B, un intero condominio svegliato alle 6.
La costa dei trabocchi è tutta per me, mi fermo pure a Francavilla a fare una colazione intima con i baristi che ancora devono allestire i tavolini.
Dopo i primi 40 km al fresco, faccio l'ultimo bagno di oggi, a Fossacesia Marina.
Rigenerante a dir poco.
Anche perché dal risveglio mi sembra di avere tutti e dieci gli arrosticini di ieri sera infilzati nelle cosce.
Dopo il bagno, per un po' non le sentirò più.
Da Vasto abbandono la costa.
La ruota anteriore punta il Molise.
Abbandonate ogni speranza o voi che entrate.
La prima impressione è buona, nonostante le strade dissestate e per certi tratti pure senza asfalto.
Anche la vista merita, vista campi, vista... Campi.
Per il primo Paesotto devo aspettare all'orizzonte
Montenero di Bisaccia.
Il Molise è una regione a Pois.
In mezzo il nulla infinito e poi su qualche raro colle eletto, vi stanno tutte le case che possono starci.
Ah, oggi non voglio traffico.
Oggi mi godo l'entroterra.
Così imposto Google maps, tragitti a piedi (quelli in bici per ora ci sono solo all'estero 😑).
"Bravo bravo chi te l'ha fatto fare?! Dove siamo finiti, nel Wyoming??!!" Cit.
Ed in effetti dopo quattro deviazioni in strade di campagna
che per salirci il trattore ha bisogno della ridotta, mollo.
Bandiera bianca.
90 km fatti, ne mancano troppi all'appello.Crisi esistenziale all'unica chiazza di ombra nel giro di un km quadrato.
All'ombra di tre balle di fieno.
Decido di tornare alla civiltà, percorso per auto.Mariiiii ancora peggio.Percorso allungato ed un unica strada: STRADA STATALE del Biferno.L'assonanza calza a pennello.La diga di Guardialriera sarebbe anche bella, acqua da entrambi i lati. Ma non posso guardarmi attorno, su un cavalcavia, senza una piazzola e senza acqua.Il Molise mi mette a dura prova, ma fortunatamente ho i miei spinaci. Nella testa e nella bandiera dell'Islanda in bella vista nella borsetta anteriore.
Il segreto?
LENT MA SEGUENT💪
167 km 2080 mt up
Udite udite il MOLISE esiste!
Anche se non ho visto nessun cartello.
E devo ammetterlo, probabilmente si è un po' offeso degli sfottò perché me l'ha fatta pagare carissima.
Solita sveglia da militare.
Stavolta son ben tre i piani da scendere con le tacchette.
Altro che B&B, un intero condominio svegliato alle 6.
La costa dei trabocchi è tutta per me, mi fermo pure a Francavilla a fare una colazione intima con i baristi che ancora devono allestire i tavolini.
Dopo i primi 40 km al fresco, faccio l'ultimo bagno di oggi, a Fossacesia Marina.
Rigenerante a dir poco.
Anche perché dal risveglio mi sembra di avere tutti e dieci gli arrosticini di ieri sera infilzati nelle cosce.
Dopo il bagno, per un po' non le sentirò più.
Da Vasto abbandono la costa.
La ruota anteriore punta il Molise.
Abbandonate ogni speranza o voi che entrate.
La prima impressione è buona, nonostante le strade dissestate e per certi tratti pure senza asfalto.
Anche la vista merita, vista campi, vista... Campi.
Per il primo Paesotto devo aspettare all'orizzonte
Montenero di Bisaccia.
Il Molise è una regione a Pois.
In mezzo il nulla infinito e poi su qualche raro colle eletto, vi stanno tutte le case che possono starci.
Ah, oggi non voglio traffico.
Oggi mi godo l'entroterra.
Così imposto Google maps, tragitti a piedi (quelli in bici per ora ci sono solo all'estero 😑).
"Bravo bravo chi te l'ha fatto fare?! Dove siamo finiti, nel Wyoming??!!" Cit.
Ed in effetti dopo quattro deviazioni in strade di campagna
che per salirci il trattore ha bisogno della ridotta, mollo.
Bandiera bianca.
90 km fatti, ne mancano troppi all'appello.Crisi esistenziale all'unica chiazza di ombra nel giro di un km quadrato.
All'ombra di tre balle di fieno.
Decido di tornare alla civiltà, percorso per auto.Mariiiii ancora peggio.Percorso allungato ed un unica strada: STRADA STATALE del Biferno.L'assonanza calza a pennello.La diga di Guardialriera sarebbe anche bella, acqua da entrambi i lati. Ma non posso guardarmi attorno, su un cavalcavia, senza una piazzola e senza acqua.Il Molise mi mette a dura prova, ma fortunatamente ho i miei spinaci. Nella testa e nella bandiera dell'Islanda in bella vista nella borsetta anteriore.
Il segreto?
LENT MA SEGUENT💪
#DALLAPIADALLAPIZZA
tappa IV Campobasso-Salerno
147 km 1700 mt io
Vide 'o mare quant’è bello,
spira tanto sentimento!
Anche se la canzone nasceva poco più a nord di qui, a Sorrento, il mare è lo stesso.
E quando l'ho visto stasera è stato un sollievo.
Non è ancora finita vero, manca ancora una tappa( pioggia permettendo) per meritarsi il Ferragosto di mare al Golfo di Policastro, ma la traversata è completata!
Dal mar Adriatico al Mar Tirreno, passando per gli antri selvaggi (sia antropologicamente che naturalmente parlando) del centro-sud d'Italia.
Ieri sera il Molise si è riscattato con una cena stile nonna da Mario, che mi ha pure salutato con una pacca sulla spalla "Vai piano mi raccomando!"
Eh per forza Mario, non conosco altri passi.
E soprattutto stamattina il Molise ha convocato un suo alfiere alla mia solita partenza presto.
Il gentilissimo Nunzio mi accompagna dal monumento dei caduti fino a San Giuliano. Preziosissimo.
Stamattina niente statale, per ora.
E pure niente caldo, per ora.
Anzi, fa freddo, c'è nebbia e ho la brina sulle braccia. Fantastico.
L'ingresso in Campania peró è al cardiopalma.
Prima di Benevento le stradine secondarie e di campagna pullulano di cani randagi. Non amano i ciclisti, ve lo garantisco.
Ad un incrocio mi inseguono addirittura in 4.
Ahimè, scelgo il rischio umano.
10 km di statalona e scappo da Vagabondo &Co.
Fortunatamente una parentesi d'ansia isolata.
Benevento e Avellino scorrono tra un panino al crudo e due mozzarelle in vaschetta.
Anche la Campania ha convocato il suo alfiere, della ciclistica Avellinese.
Ecco, ora sempre diritto!
Grazie!
Ed è così, a parte la fermata obbligata per temporalone.
Ma finalmente stasera PIZZAAAAAAA. 🍕
Quella VERA!
tappa IV Campobasso-Salerno
147 km 1700 mt io
Vide 'o mare quant’è bello,
spira tanto sentimento!
Anche se la canzone nasceva poco più a nord di qui, a Sorrento, il mare è lo stesso.
E quando l'ho visto stasera è stato un sollievo.
Non è ancora finita vero, manca ancora una tappa( pioggia permettendo) per meritarsi il Ferragosto di mare al Golfo di Policastro, ma la traversata è completata!
Dal mar Adriatico al Mar Tirreno, passando per gli antri selvaggi (sia antropologicamente che naturalmente parlando) del centro-sud d'Italia.
Ieri sera il Molise si è riscattato con una cena stile nonna da Mario, che mi ha pure salutato con una pacca sulla spalla "Vai piano mi raccomando!"
Eh per forza Mario, non conosco altri passi.
E soprattutto stamattina il Molise ha convocato un suo alfiere alla mia solita partenza presto.
Il gentilissimo Nunzio mi accompagna dal monumento dei caduti fino a San Giuliano. Preziosissimo.
Stamattina niente statale, per ora.
E pure niente caldo, per ora.
Anzi, fa freddo, c'è nebbia e ho la brina sulle braccia. Fantastico.
L'ingresso in Campania peró è al cardiopalma.
Prima di Benevento le stradine secondarie e di campagna pullulano di cani randagi. Non amano i ciclisti, ve lo garantisco.
Ad un incrocio mi inseguono addirittura in 4.
Ahimè, scelgo il rischio umano.
10 km di statalona e scappo da Vagabondo &Co.
Fortunatamente una parentesi d'ansia isolata.
Benevento e Avellino scorrono tra un panino al crudo e due mozzarelle in vaschetta.
Anche la Campania ha convocato il suo alfiere, della ciclistica Avellinese.
Ecco, ora sempre diritto!
Grazie!
Ed è così, a parte la fermata obbligata per temporalone.
Ma finalmente stasera PIZZAAAAAAA. 🍕
Quella VERA!
#DALLAPIADALLAPIZZA
Da Cesenatico al Cilento, MISSIONE COMPIUTA ! 🚵😎🎉! 700 km, 6500 mt up (non tantissimi i metri di dislivello, ma concentrati in muri da classiche: la classica dei girasoli, la classica dei 40°, la classica dei cani randagi) in 4 giorni e qualcosina.
Qualcosina sono due ore sotto l'acqua tra Salerno e Agropoli.
Lato positivo, il mal di gambe stamattina non si sente, a parte quando si asciugano sotto la tettoia di un'edicola abbandonata.
L'acqua non smette, anzi viene da ogni parte e la litoranea diventa letteralmente un lago.
Prima divento un Peppa Pig Ciclista, da una pozzanghera all'altra, finché la pozzanghera si divora completamente la strada.
Poi divento un marinaio.
Poi si svegliano anche i villaggi e i campeggi.
A quei, fortunatamente pochi, che accelerano mentre mi superano, dico grazie per la doccia di acqua ghiacciata anche in faccia ma soprattutto auguro di avere un figlio ciclista 😅
E allora ad Agropoli "getto la spugna", fradicia, ma felice.
Felice, Gimondi, per tutto quello che mi è scorso sopra la testa, sotto le ruote e davanti agli occhi.
Pirati, aquile, splendidi colli delle Marche, la birra ghiacciata degli amanti del Pescara calcio, arrosticioni (non è un errore di battitura), girasoli, cochine fresche, il Molise che effettivamente esiste e ha anche il suo fascino, ciclisti amici di una pedalata (che siano 30 km o 2 l'empatia è la stessa), golfi romantici e la pizza sorrentina.
Ma anche caldo atomico, cavalcavia infiniti e senza via di fuga, cani incazzati e l'ombra di un albero in mezzo al nulla domandandosi, solo per dieci secondi di follia, perché. Il perché in realtà lo conosco bene, fa parte di chi ama questo sport, questa stupenda metafora di vita. P.S. la "getto" ad Agropoli, alle porte del CILENTO, quindi é fatta.💪😁
Ci sentiamo per la VUELTA (A USTED), però stavolta dal DIVANO
😅 BUON FERRAGOSTO!
Da Cesenatico al Cilento, MISSIONE COMPIUTA ! 🚵😎🎉! 700 km, 6500 mt up (non tantissimi i metri di dislivello, ma concentrati in muri da classiche: la classica dei girasoli, la classica dei 40°, la classica dei cani randagi) in 4 giorni e qualcosina.
Qualcosina sono due ore sotto l'acqua tra Salerno e Agropoli.
Lato positivo, il mal di gambe stamattina non si sente, a parte quando si asciugano sotto la tettoia di un'edicola abbandonata.
L'acqua non smette, anzi viene da ogni parte e la litoranea diventa letteralmente un lago.
Prima divento un Peppa Pig Ciclista, da una pozzanghera all'altra, finché la pozzanghera si divora completamente la strada.
Poi divento un marinaio.
Poi si svegliano anche i villaggi e i campeggi.
A quei, fortunatamente pochi, che accelerano mentre mi superano, dico grazie per la doccia di acqua ghiacciata anche in faccia ma soprattutto auguro di avere un figlio ciclista 😅
E allora ad Agropoli "getto la spugna", fradicia, ma felice.
Felice, Gimondi, per tutto quello che mi è scorso sopra la testa, sotto le ruote e davanti agli occhi.
Pirati, aquile, splendidi colli delle Marche, la birra ghiacciata degli amanti del Pescara calcio, arrosticioni (non è un errore di battitura), girasoli, cochine fresche, il Molise che effettivamente esiste e ha anche il suo fascino, ciclisti amici di una pedalata (che siano 30 km o 2 l'empatia è la stessa), golfi romantici e la pizza sorrentina.
Ma anche caldo atomico, cavalcavia infiniti e senza via di fuga, cani incazzati e l'ombra di un albero in mezzo al nulla domandandosi, solo per dieci secondi di follia, perché. Il perché in realtà lo conosco bene, fa parte di chi ama questo sport, questa stupenda metafora di vita. P.S. la "getto" ad Agropoli, alle porte del CILENTO, quindi é fatta.💪😁
Ci sentiamo per la VUELTA (A USTED), però stavolta dal DIVANO
😅 BUON FERRAGOSTO!